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17/10/2023

Venduti ai minori

Un’indagine su 1.359 ragazzi fra i 10 e 17 anni condotta dal MOIGE in collaborazione con l’Istituto Piepoli analizza il fenomeno della vendita ai minori di prodotti vietati o inadatti.

Alcol, fumo, gioco d’azzardo, pornografia, sono vietati per legge a chi non abbia almeno 18 anni, mentre per quanto riguarda la cannabis light e i videogiochi 18+ addirittura siamo di fronte ad un vuoto normativo, in quanto assente il divieto di legge e le relative sanzioni. Novità di quest’anno l’analisi sulla conoscenza dei prodotti contraffatti.

I dati confermano una vendita piuttosto diffusa di prodotti vietati tra i minori in Italia, nonostante i divieti di legge. La diffusione è legata alla facilità con cui riescono ad avervi accesso: i commercianti non verificano l’età di chi compra, e vendono senza problemi anche ad acquirenti palesemente al di sotto dell’età consentita.

“Come genitori, auspichiamo più controlli, sanzioni più severe, e una norma che metta il divieto ai minori per videogiochi18+ e cannabis light” – Commenta Antonio Affinita, Direttore Generale del MOIGE – L’impegno a proteggere i minori non può essere confinato solo in famiglia. E’ inaccettabile che attualmente non esista una legge che vieta la vendita di cannabis light ai minori così come una legge che regolamenti la vendita dei videogiochi 18+. E’ fondamentale una collaborazione attiva tra genitori, autorità competenti e commercianti e filiera produttiva. In primo luogo, i genitori devono avere una comunicazione aperta con i propri figli sulle ragioni per cui determinati prodotti sono vietati e sulla loro potenziale nocività. È, però, necessario che tutta la filiera produttiva si attivi per garantire che prodotti vietati e inadatti non vadano a finire nelle mani di minori. I distributori e produttori delle merci vietate devono fare la loro parte nel monitorare e controllare con rigore la loro filiera distributiva, così come le autorità governative devono intervenire rafforzando i controlli e le sanzioni per chi viola le leggi sulla commercializzazione di prodotti ai minori. Questo fenomeno rappresenta una sfida per la società, e richiede una risposta coordinata da parte di genitori, educatori, istituzioni, produttori e commercianti”.

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