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11/05/2022

La doppia sfida della Meloni

Livio Gigliuto, Vicepresidente dell'Istituto Piepoli, intervistato da Domenico Bonaventura de Il Riformista su Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia.

Corsi e ricorsi storici. Neanche tre lustri più tardi, il maggior partito della Destra italiana si ritrova davanti alla teoria di vichiana memoria. E di fronte a una sfida doppia. “La prima è mantenere oltre le Colonne d’Ercole del 20% un partito con salde radici nella Destra. La seconda è rendere leader del Centrodestra il leader del principale partito di quella coalizione”. Parole e musica di Livio Gigliuto, vicepresidente di Istituto Piepoli.

Dopo la Conferenza Programmatica di fine aprile a Milano, Fratelli d’Italia avrebbe ulteriormente guadagnato nei confronti del Pd di Enrico Letta e nei confronti della Lega di Matteo Salvini, diventando il primo partito italiano e mantenendo salda, di conseguenza, la posizione di primo partito del Centrodestra. La scelta del capoluogo lombardo come sede della conferenza non può essere considerata casuale o, peggio, senza una ratio di base. Ha, piuttosto, una chiarissima connotazione strategica. “Sia Giorgia Meloni che Salvini – spiega Gigliuto – insistono sullo stesso elettorato dal punto di vista dell’orientamento. La differenza è nella dimensione geografica: il segretario della Lega si è, sì, nazionalizzato, ma resta il segretario di un partito nativo del Nord. Proprio quel Nord dove la Meloni, al contrario, ha sempre fatto fatica perché vista come troppo romana e romanizzata. Ha lavorato molto negli ultimi due anni su questo aspetto, anche evitando, ad esempio, di essere percepita come protagonista alle elezioni amministrative della Capitale”.

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