0 prodotti

€ 0,00

03/05/2024

Europee: FdI vola al 30%

Secondo il sondaggio settimanale dell'Istituto Piepoli per il Giornale, le elezioni europee sono ormai ben inserite nel pensiero degli italiani.

Le elezioni europee sono ormai ben inserite nel pensiero degli italiani. Il tempo stringe: le idee nella maggioranza dei partiti e dei candidati si stanno chiarendo. I 36 giorni che mancano alle votazioni sembrano pochi. Ormai i numeri si sono assestati: Fratelli d’Italia, il maggior partito in gara, conferma la sua leadership e tende ad avvicinarsi al 30% dei voti disponibili. Non so se tale meta possa essere raggiunta, ma psicologicamente è vicina, anche perché l’indicazione della presenza della Presidente Giorgia Meloni in tutti e cinque i collegi della Repubblica è un indizio di forte gradimento potenziale. Io penserei che i 2 milioni di preferenze personali di «Giorgia» siano più un obiettivo superabile che una realtà effettiva, anche per una ragione assai semplice: l’appello al popolo di «Giorgia» è interpretato come «la voce di uno di noi», cioè la voce della gente stessa. Quanto a Lega e Forza Italia, dalla nostra indagine risulterebbero stabili, mentre tra gli oppositori del Governo, il Pd acquisterebbe un po’ più di fiducia tra i propri elettori. I cambiamenti dei restanti partiti sembrano essere marginali e quindi non influenzare le rispettive quote di mercato. Sempre piuttosto alta quella del Movimento 5 Stelle; allo stesso livello della scorsa settimana, quella degli Stati Uniti d’Europa e di Libertà. Quanto ad Azione, la lista di Carlo Calenda guadagnerebbe mezzo punto, portandola (probabilmente) al successo in termini di effettivi deputati eletti.

Per ciò che riguarda, in particolare, la candidatura di «Giorgia», noto alcune anomalie molto interessanti in chiave di giudizi sulla protagonista. In primo luogo, che i propensi a votare «Giorgia» sono moltissimi nel Centro-Destra e quindi tendono a stabilizzare la propensione a votare gli altri partiti di destra e che ci sono dei fan di «Giorgia» perfino nel Movimento 5 Stelle e nel Centro-Sinistra. In secondo luogo, che la figura di Giorgia Meloni non è invidiogenica (ossia non genera invidia) e dunque facile, se non necessaria, da votare anche come «simbolo».

Continua a leggere l’articolo di Nicola Piepoli su il Giornale