Secondo una ricerca di Istituto Piepoli per il quotidiano QN, due italiani su tre, soprattutto i più giovani, sono antifascisti.
II dibattito che si è animato attorno al 25 Aprile incide sulle scelte politiche degli italiani?
Non molto. Ce lo dice lo “stato di salute” della fiducia nelle principali esponenti politiche del Paese, Giorgia Meloni ed Elly Schlein: la premier resta la leader più apprezzata dall’opinione pubblica, mentre la segretaria del Partito democratico, nonostante le tensioni interne di questi giorni, guadagna un punto percentuale di fiducia personale. Tutto normale, nessuno scossone statisticamente rilevante.
Il dibattito sull’antifascismo sembra quindi non incidere sul consenso dei leader: le ragioni sulla base delle quali gli italiani scelgono come votare sono altre, essenzialmente legate all’economia e (in quota minore) alle ricette proposte per porre fine ai conflitti internazionali.
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